La Natura in Me
L’ISPIRAZIONE CHE MI ACCOMPAGNA GIORNO PER GIORNO
Non ho mai capito come mai ho sempre cercato il contatto con la natura nella mia vita, ma forse, dopo questo corso mi sono avvicinata a una risposta più o meno completa: perché la natura è parte integrante della mia quotidianità.
Non ce ne rendiamo conto, ma tutto ciò che è progettato intorno a noi, si ispira a forme, strutture e schemi che sono presenti in natura e tutti i giorni ne siamo influenzati.
Arriviamo a noi, vi racconto di questa mia esperienza.
Cortona, Fortezza del Girifalco, 4 giorni immersi nella natura: stimoli e ispirazione costanti, apprendimento di nuove tecniche di floral design e innovazione.
Perché questa location? Innanzitutto, perché Vincenzo Antonuccio, il maestro floral designer italiano, desiderava molto che potessimo lavorare sul campo, creando i nostri elaborati immersi nella natura. Oltre ai fiori e agli elementi forniti dalla scuola, avevamo a disposizione la natura esterna, che potevamo integrare con il contesto naturale che ci circondava.
La parola d’ordine di questo corso? Sostenibilità. Infatti, ogni giorno, tre maestri diversi ci hanno presentato tecniche volte a eliminare l’uso della spugna per i fiori, considerata altamente inquinante. Volevamo infatti indirizzarci verso pratiche più rispettose dell’ambiente, riducendo gli sprechi e limitando l’impatto sulla natura.
Il primo giorno, abbiamo avuto l’intervento di Benjamin Per, un insegnante svedese, che ci ha mostrato una struttura molto semplice e commerciale, realizzabile in poco tempo. La sua proposta si basava su una forma ellittica di rami di salice intrecciati, all’interno della quale dovevamo posizionare i fiori. Era un metodo pratico, rapido e molto versatile, che poteva essere adattato a varie forme. Ognuno di noi poteva scegliere la forma che preferiva, creando composizioni dal carattere naturale, con un disordine “ordinato”, come quello che si ritrova in natura. La sostenibilità e il rispetto per l’ambiente erano le parole chiave anche qui: i fiori erano appoggiati in un vaso di vetro, e il modo in cui venivano inseriti cercava di imitare le dinamiche naturali.
Il secondo giorno, invece, abbiamo lavorato con una struttura che partiva da una ciotola di vetro rotonda e bassa. Max Van de Sluis, un maestro olandese, ci ha presentato una tecnica chiamata “piercing”. Non si trattava di un vero e proprio intreccio: i rami di salice e corniolo venivano tenuti insieme da fili di ferro molto spessi, che penetravano e attraversavano i rami, mantenendoli saldi. Questa tecnica permetteva di creare strutture robuste e leggere allo stesso tempo, nelle quali i fiori potevano essere inseriti, magari anche in fialette di vetro da collocare all’interno delle strutture. Max utilizzava un avvitatore, ideale per infilzare i rami di corniolo e creare queste forme, che ricordano molto le texture sinuose e dinamiche tipiche di alcune opere di design.
Il terzo giorno, Vincenzo Antonuccio ci ha presentato due tecniche: la prima consisteva nell’intrecciare rami in modo da creare una sorta di contenitore aperto, all’interno del quale infilare i fiori, come la fialette di vetro. La seconda tecnica, più orientale e zen, prevedeva l’utilizzo di foglie di sterlizia arrotolate, che fungevano da incastro tra fiori e vasi di vetro quadrati o rettangolari. Questi allestimenti hanno un sapore molto giapponese, quasi come un giardino zen, e il risultato è un gioco di vuoti e pieni che richiama l’estetica orientale, con un’atmosfera di tranquillità ed equilibrio.
L’ultimo giorno è stato il più divertente, ma anche il più intenso, perché abbiamo lavorato in gruppi. Ci siamo divisi in squadre di quattro o cinque persone e abbiamo creato delle strutture scenografiche di grande impatto. Per realizzarle, abbiamo utilizzato strutture di ferro effetto ruggine, tipico del Corten, scelto proprio per la sua capacità di integrarsi armoniosamente con l’ambiente senza disturbare l’occhio. Queste strutture, ideate dai maestri, sono state poi personalizzate e modellate in base ai nostri progetti, che ci sono stati assegnati all’inizio della giornata. È stato un momento di grande crescita, anche perché abbiamo lavorato con persone di diversi paesi, creando un vero e proprio scambio di idee, culture e linguaggi. Certo, ci sono stati anche piccoli screzi, come capita sempre in un lavoro di gruppo, ma alla fine abbiamo portato a termine i nostri compiti con successo. I rami, raccolti nei dintorni del castello, sono stati intrecciati a mano sulle strutture di ferro seguendo le linee guida dei progetti, nei quali sono stati poi inseriti i fiori rigorosamente con le fialette di vetro come riserve d’acqua per evitare l’uso di spugne o altri elementi inquinanti.
Questa esperienza mi ha permesso di onorare la natura che è in me e con me, il rispetto per il suo e mio ambiente, di sperimentare tecniche innovative e di confrontarmi con altre persone e con un modo di lavorare più sostenibile e naturale. Ma soprattutto, mi ha ricordato che non ho bisogno di andare lontano per ricercare il contatto della natura: lei è in contatto con me tutti i giorni!
Maggio 6, 2025